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L'antico Egitto e Medio Oriente

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LA MAGIA NELL' ANTICO EGITTO

La società dell'antico Egitto è fortemente intrisa di credenze occulte. Nel pantheon egizio, oltre a Weret-Hekau, la dea della magia, anche Iside e Thot, da cui derivò l'ermetismo, sono caratterizzati da poteri magici. Sono stati trovati molti papiri magici, scritti in greco, copto e demotico, che contengono formule ritenute capaci di prolungare la vita, fornire aiuto in questioni amorose e combattere i mali. È attestata anche la credenza nella cerimonia magica dell'apertura della bocca per mezzo della quale si riteneva possibile conferire un'anima a statuette, utilizzate come controfigure magiche dei defunti. L'astrologia, la teurgia e la negromanzia sono state inventate e codificate in Egitto oltre cinquemila anni fa.

La magia in Medio Oriente

In Mesopotamia, nelle culture sumera, accadica e caldea, come anche in Persia, la terra d'origine dei Magi, si trovano numerose attestazioni di rituali di magia cerimoniale. Tutte le fonti antiche riportano esempi di pratiche magiche, come:

• l'utilizzo di "parole magiche" che hanno il potere di comandare gli spiriti;
• l'uso di bacchette ed altri oggetti rituali;
• il ricorrere a un cerchio magico per difendere il mago contro gli spiriti invocati;
• l'utilizzo di simboli misteriosi o sigilli per invocare gli spiriti;
• l'uso di amuleti che rappresentano l'immagine del demone per esorcizzarlo.

Comunque il più grande apporto culturale del Medio Oriente consisté nell'astrologia: l'osservazione degli astri era non solo magicamente inscindibile dal computo del tempo, ma anche strettamente legata ad ogni evento naturale.

La magia nell'Islam


La magia (sahr) è riconosciuta dall'Islam. Essa è considerata tuttavia come una "tecnica", rispondente a precise leggi, agenti per preciso disposto divino. Si condanna tuttavia la "magia nera" o sahr shaytani (magia diabolica).



La tradizione araba

Dal 750 al 1258 d.C., durante il califfato degli Abbasidi, fiorì in Arabia una scuola di farmacia che ebbe come massimo esponente lo scienziato e filosofo arabo Geber. Gli alchimisti arabi, che lavoravano oro, mercurio, arsenico, zolfo e alcuni composti, in particolare sali e acidi, ritenevano che i metalli contenessero mercurio e zolfo in definite proporzioni. Benché il loro credo scientifico si basasse sulle potenzialità della trasmutazione e il loro metodo su tentativi condotti alla cieca, essi scoprirono diverse sostanze e inventarono nuovi processi fisici e chimici


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